Le commissioni sul Forex: costi e spread

Pubblicato da Roberto Rais -

Quando si fa del Forex trading è molto importante, ai fini di una corretta strategia, conteggiare quali potrebbero essere i profitti derivanti dalle proprie operazioni, al netto delle due voci di onerosità che i broker potrebbero applicare: le commissioni sul Forex e gli spread.

Si tratta di due voci presenti singolarmente o contemporaneamente, e che sarebbe bene cercare di approfondire fornendo alcune indicazioni esaustive.

Le commissioni sul Forex

Commissioni Forex
Cosa sono le commissioni sul Forex?

Le commissioni sul Forex sono una spesa che l’investitore sopporta quando viene seguito un ordine di acquisto o di vendita. Si tratta di una spesa che va a finire direttamente nelle casse del broker, a titolo di remunerazione per la sua attività di negoziazione.

Le commissioni possono a loro volta essere fisse, se sono sempre uguali al di là dell’importo dell’operazione compiuta, o variabili, se corrispondono a una percentuale dell’ampiezza della posizione.

Considerato che ogni broker può agire come meglio crede, è difficile cercare di stimare a quanto ammontino le commissioni. In alcuni casi i broker non applicano alcuna spesa fissa legata all’apertura delle posizioni di strumenti valutari come i CFD sul Forex, mentre in altri casi applicano qualche euro, generalmente fisso.

Si tenga tuttavia conto che una tendenza particolarmente recente, soprattutto sui broker online che agiscono da market maker nei confronti dei propri clienti con i CFD sul Forex, è quella di rinunciare alle commissioni per concentrarsi principalmente sugli spread. A proposito, di cosa si tratta?

Lo spread

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Cos’è lo spread nel mercato forex

Lo spread è una voce di spesa totalmente diversa dalle commissioni e, peraltro, “nascosta” al trader, che pertanto la assumerà come un costo implicito.

Se infatti la commissione, di cui abbiamo parlato poche righe fa, si presenta come un costo per un servizio di intermediazione, lo spread è il costo per un servizio di market making, ovvero di garanzia dell’ordine.

Più nel dettaglio, lo spread è la differenza di valore tra il prezzo bid e il prezzo ask, ovvero tra il prezzo di apertura e di chiusura della posizione o, se preferite, di acquisto e vendita  di una coppia valutaria. Misurato in pip, ovvero sulla base dell’unità di misura minima di un cambio, gli spread non sono mai fissi per tutte le tipologie di asset, ma variano a seconda dell’oggetto di loro riferimento.

In generale, più è liquido il mercato per quel determinato sottostante, minore sarà lo spread, perché minore sarà anche la fatica che il broker dovrà impiegare quando eseguirà l’ordine nel mercato. Oltre a ciò, gli spread possono variare anche nel corso del tempo, per lo stesso asset. Alcuni broker optano per questo approccio, cercando di replicare in maniera profittevole le fluttuazioni del mercato reale.

Ricordiamo che gli spread sono imposti principalmente dai broker market maker, ovvero dai broker che “fanno il mercato”, aprendo e chiudendo la posizione nei confronti del trader, senza girare l’ordine sul mercato.

Naturalmente, il nostro suggerimento è quello di verificare sempre spread e commissioni applicate dal vostro broker di riferimento, con particolare attenzione nei confronti degli asset che ritenete di voler negoziare in maniera più frequente.

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