Segue “I securities derivatives” parte 3

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Nel caso dei covered warrant e dei leverage certificates dove l’andamento avverso del prezzo del sottostante porta ad una perdita proporzionale del capitale investito.
Si ha infine rischio di cambio quando l’attività sottostante è denominata in una valuta diversa da quella di riferimento per l’investitore. Esiste tuttavia una particolare tipologia di certificati, denominati quanto, il cui rendimento non risente dell’andamento del sottostante come se quest’ultimo fosse denominato nella valuta di riferimento. I certificates quanto offrono quindi la copertura del rischio di cambio.

4. Costi – I derivati cartolarizzati presentano dei costi espliciti che impliciti. I principali costi sostenuti dagli investitori sono costi impliciti rappresentati dal mancato incasso dei dividendi, che viceversa vengono corrisposti a chi detiene le azioni sottostanti, e dallo spread denaro-lettera sul mercato secondario. Un ulteriore costo implicito è dato dall’eventuale overpricing applicato dagli emittenti all’emissione dei titoli o sul mercato secondario.
Gli unici costi espliciti sostenuti dagli investitori sono le commissioni di negoziazione sul mercato secondario, se l’acquisto non avviene in emissione, e le commissioni di negoziazione per la vendita dei titoli prima scadenza naturale se questi non vengono detenuti sino a scadenza. I covered warrant e i certificates generalmente non prevedono commissioni di emissione e di gestione.

Prima di passare ad una trattazione analitica dei covered warrant e delle diverse tipologie d certificates è opportuno sottolineare due importanti differenze tra i derivati cartolarizzati e i derivati negoziati sull’IDEM.
Anzitutto i covered warrant e i certificates non possono essere venduti allo scoperto riducendo le possibilità di arbitraggi. Questo, congiuntamente con la posizione quasi monopolistica che gli emettenti/market makers hanno sul mercato secondario, non garantisce un costante allineamento tra valore teorico e valore di mercato dei titoli  e rappresenta un importante limite di questi strumenti. Per gli investitori significa infatti trovarsi in una situazione di sistematico svantaggio essendo costretti a dover pagare un prezzo di mercato normalmente superiore al rispettivo valore teorico.
In secondo luogo i derivati cartolarizzati non prevedono il versamento dei margini di garanzia. E’ infatti solo l’emittente a porsi nella posizione di venditore dell’opzione con perdite potenzialmente illimitate mentre per il sottoscrittore dei titoli la perdita massima potenziale è limitata al prezzo pagato, al capitale investito (in sede di emissione sul mercato primario o sul mercato secondario).


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