Interesse e regime di capitalizzazione

Per il calcolo degli interessi, in ambito commerciale e nella pratica si seguono due strade differenti per il calcolo dell’interesse. La prima strada è quella del regime di capitalizzazione semplice. In questo tipo di procedimento di calcolo, l’interesse viene sempre calcolato sul valore di capitale iniziale indipendentemente dalla durata del prestito. Quindi, gli interessi prodotti alla fine di ogni periodo, ovvero gli interessi annuali o semestrali, non vengono capitalizzati, quindi non vengono aggiunti al capitale che li ha prodotti per poter generare altri interessi. La seconda strada per il calcolo degli interessi è quella del regime di capitalizzazione composta, con il quale, gli interessi maturati alla fine di ogni periodo vengono invece aggiunti al capitale che li ha prodotti e quindi vanno a generare altri interessi in quanto fanno aumentare il capitale su cui vengono calcolati i frutti maturati.
Quando vengono utilizzate le diverse forme di capitalizzazione? La capitalizzazione semplice viene normalmente attuata quando l’operazione finanziaria ha una scadenza inferiore all’anno, invece si utilizza la capitalizzazione composta quando invece l’operazione ha scadenza successiva all’anno.
Sono tali e tanti gli esempi nella vita di tutti i giorni in cui ci si imbatte nel re-gime di capitalizzazione composta dell’interesse. Basti considerare infatti il libretto di risparmio postale. Annualmente vengono “aggiunti gli interessi” ovvero si va assommare l’interesse maturato nel corso dell’anno precedente al capitale complessivo del libretto in modo che il capitale precedente sommato agli interessi maturati vada a costituire una maggiore base di rendita.