I venture capitalist

Ma mentre in quest’ultimo caso, quando si tratta di investimento nella partecipazione di minoranza, l’investitore nulla aggiunge rispetto alla gestione dell’azienda, in ambito di venture capital, dove spesso si introducono quote corpose, il venture capitalist in prima persona deve essere in grado di offrire una linea guida, una direttiva al management dell’azienda che finanzia, e questo è necessario per due ordini di motivi. Il primo è che in una industria a base fondamentalmente tecnologica, il management iniziale è certamente formato da tecnici, quindi si origina in un gruppo imprenditoriale ricco di idee e di iniziative che in qualche modo, da parte del venture capitalist vanno disciplinate e seguite per evitare gli sprechi e la dispersione che normalmente precede e segue la fase iniziale di start up. Le soluzioni per guidare la crescita dell’impresa in tale fase sono diverse, ed innanzitutto prevedono di introdurre nel management dell’azienda una o più persone dell’entourage del investitore, o quanto meno facenti parte di un team di professionisti di riferimento per l’investitore stesso.
Il secondo motivo per cui sono necessarie competenze tecniche da parte dell’investitore è che inizialmente l’azienda in fase di start up ha poco valore finanziario e quindi non è in grado di competere sul mercato azionario in quanto mostra un elevato rischio iniziale; la presenza di una forte componente tecnologica nelle competenze dell’investitore venture capitalist permette di rendere più appetibile e qualificata l’azienda stessa nei confronti di terzi interessari.
Si possono individuare tre principali gruppi di investitori venture capitalist, ovvero i fondi seed corn, i cosiddetti business angels e gli incubatori di impresa. I primi sono fondi molto piccoli specializzati nel finanziamento della fase precompetitiva e in molti casi sono una divisione di fondi di venture capital che possono intervenire poi in un successivo sviluppo dell’impresa. I secondi sono investitori privati, ex manager con elevata liquidità proveniente o dai propri compensi accumulati o dalla vendita della propria attività. Molto spesso questi business angel investono a patto di essere coinvolti a pieno titolo nella gestione della nuova impresa. I terzi sono molto spesso di natura pubblica e garantiscono alla nuova azienda un accesso a notevoli competenze e strutture istituzionali.