Esportazioni in cina: il latte italiano

Pubblicato da: Roberto Rossi - il: 02-04-2012 14:25

 

Se ti aspetti di trovare notizie economiche in quest’articolo allora, forse, ti sentirai spiazzato dall’argomento in questione, che all’apparenza non ha molto in comune con l’economia: il latte…
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Di sicuro accompagna le mattine di gran parte di non, il latte e caffè, il latte con i cereali, il cappuccino etc.. Cosa c’è di meglio del latte? Ma certo un motivo ci sarà se in un sito che tratta di argomenti di natura economica ci si trova a parlare di latte, ed ecco che aggiungo un altro termine che chiarisce, almeno in parte, la situazione: esportazione. 
 
 
Abbiamo latte ed esportazione, quindi, abbiamo almeno un motivo economico per poterne parlare in questa sede, allora continuiamo con l’aggiunta di un paese: Cina.
 
Latte cinese in Italia? Per fortuna no, perché saremmo tutti morti a quest’ora, infatti, la Cina è famosa per aver fatto ammalare 300.000 persone e morire 6 bambini a causa del consumo del latte made in china, che venne volutamente contaminato con melamina per falsificare i test sulla composizione proteica, in questo modo gran parte delle aziende produttrici nel 2008 finirono sotto  i riflettori. Purtroppo nulla poté il governo cinese, la fiducia dei consumatori crollò.
 
Da quel momento l’importazione di prodotti alimentari provenienti dall’europa è cresciuto in modo esponenziale. È questo il caso di Granarolo, azienda tutta italiana, che sta acquistando pian piano la fiducia dei cinesi, che definiscono di ottima qualità il marchio che viene acquistato sulla piattaforma di commercio elettronico Yihaodian.com al prezzo di 12,90 yuan (1,53 Euro) al litro.
 
Altre piccole chicche del mercato alimentare cinese risalgono all’anno scorso, quando l’azienda produttrice di carni Shuanghui fu accusata di aver aggiunto al mangime dei maiali un prodotto per che faceva ottenere carni più magre, ottima idea, peccato che il prodotto in questione è il clenbuterolo, altamente cancerogeno.
 
Ma non finisce qui, altro esempio dell’attenzione delle aziende cinesi per la salute dei clienti si è verificato a Shanghai: un produttore di carni di coniglio ha immesso sul mercato 30000 conigli macellati al giorno ” freschi “, le virgolette hanno un senso, infatti, l’umanità di quest’azienda è tale che ha ritenuto opportuno utilizzare conigli morti. Ma oltre il danno la beffa: il marketing dell’azienda pubblicizzava questi conigli, che risultavano gialli, spiegando che il colore era dovuto all’alimentazione sana degli animali, che si nutrivano di solo mais.
 
Certo ci si lamenta di stare in Italia ma per fortuna che non siamo nati in Cina, inoltre dal punto di vista puramente economico bisogna considerare che questa sfortuna Cinese risulta essere un’ottima opportunità per le aziende alimentari di esportazione, infatti, la domanda Cinese di prodotti di esportazione cresce in modo esponenziale e la Granarolo non è l’unica che ha visto nella Cina l’opportunità di allargare il proprio bacino d’utenza.
 
Vi lascio alle vostre considerazioni e, se prevedete una permanenza in Cina, mi raccomando evitate di bere latte e mangiare conigli gialli.


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