Previsioni dollaro, analisti ottimisti su fase espansiva

Pubblicato da Roberto Rais -

Tra gli analisti cresce la convinzione che le preoccupazioni di molti investitori su un possibile innesco di una condizione di disinflazione nell’economia degli Stati Uniti, accompagnata da aumenti dei tassi di riferimento della Federal Reserve inferiori alle attese, siano troppo negativamente orientate a ipotizzare una prospettiva debole per il dollaro USA. A ben vedere, già gli analisti di JP Morgan avevano inizialmente ipotizzato che la valuta statunitense potesse riprendersi all’inizio del 2018, per poi cambiare le prospettive dopo il disegno di legge sulla riforma fiscale.

Nonostante la visione pessimistica, la maggior parte degli analisti ritiene che l’USD si apprezzerà nelle prossime settimane, e che il mercato sia in grado di attendersi un ampliamento dello spread tra i tassi front-end a favore del dollaro USA, con il successo dell’applicazione della legge sulla riforma fiscale. Dunque, conviene investire in senso long sul dollaro?

Un outlook sul dollaro

In realtà, nel Forex nulla è così semplice come sembra. E, in tal merito, non lo è nemmeno la visione ponderata sul dollaro.

Quel che sembra assodato è che uno dei principali fattori del crollo del dollaro USA nel 2017 sia riconducibile alla forza dell’euro. L’USD si è indebolito di oltre il 12% rispetto alla valuta unica europea, con lo slancio ribassista dell’USD che ha guadagnato terreno solo perché EUR / USD ha superato i suoi massimi del 2017. Gli investitori della zona euro hanno acquistato grandi quantità di obbligazioni estere dall’inizio del Quantitative Easing della Banca centrale europea (BCE), che sono per lo più senza copertura. E ora, gli analisti prevedono che l’EUR / USD salga a 1,30 entro la fine del 2019. Tuttavia, vi è il rischio che i flussi di rimpatrio della zona euro si traducano in un aumento ancora più rapido.

In questo contesto, in realtà il dollaro sta vivendo un periodo particolarmente favorevole, con una ripresa a breve termine che prosegue a esercitare pressioni sulla maggior parte delle altre valute. La valuta statunitense ha infatti ricevuto un importante sostegno dal rilascio dei verbali della riunione del FOMC di gennaio, che ha segnalato ai mercati qualche informazione in più sul modo in cui si dirigeranno i tassi nel 2018.

I verbali sono infatti stati chiaramente di supporto al biglietto verde, ponendo fine a una fase di instabilità del dollaro che era durata tutta la notte di attesa di pubblicazione dei dossier. Il declino iniziale è stato più che invertito quando la lettura dei documenti ha mostrato che i funzionari della Federal Reserve sono sempre più fiduciosi sulle prospettive economiche nazionali, e un certo numero di membri del Comitato ha anche voluto evidenziare come i tagli della legge fiscale avranno un maggiore effetto di crescita di quanto si pensasse in precedenza. Complessivamente, questo scenario ha scatenato l’idea che i tassi Fed possano aumentare ad un ritmo più veloce nel 2018, rispetto a quanto previsto.

Una situazione potenziale quale quella di cui sopra (strada di rialzo tassi più ripida delle stime) potrebbe offrire un concreto supporto all’USD. Naturalmente, anche in questo caso, non vi è niente di certo: nel recente passato le aspettative per tassi di interesse più elevati non hanno avuto l’effetto positivo che molti si aspettavano…

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