Investire su EUR/USD, dollaro con poche speranze di ripresa nel breve termine

Pubblicato da Roberto Rais -

Come abbiamo avuto modo di commentare qualche giorno fa, le quotazioni del dollaro statunitense sono state recentemente gravate dalle nuove polemiche che si sono abbattute sulla Casa Bianca. Ne è derivato che la valuta verde non ha potuto fare altro che chiudere la scorsa settimana in deciso calo, fermandosi sui livelli che erano stati lungamente abbandonati dopo la vittoria elettorale di Donald Trump alle presidenziali dello scorso novembre.

Per quanto concerne il futuro a breve termine, è difficile ipotizzare che vi possano essere numerosi punti per poter valutare concretamente un rapido recupero, tranne la possibilità (minoritaria, ma comunque non certo impossibile da realizzarsi) che vi siano delle forti sorprese dai dati macro economici in corso di uscita questa settimana, che sarebbe tuttavia opportuno guardare con particolare cautela. È infatti piuttosto difficile che possano emergere segnali molto incoraggianti dalle informazioni statistiche sulle vendite di case, che sono previste in lieve calo, o ancora gli aggiornamenti che sono determinati dalla bilancia commerciale, che dovrebbe mostrare un allargamento del deficit, o infine dagli ordini di durevoli, che chiuderanno la settimana in presumibile calo. Le uniche notizie confortanti potrebbero arrivare dalla pubblicazione della seconda stima del Pil del primo trimestre, che dovrebbe mostrare una lieve revisione verso l’alto.

Oltre ai dati macro, l’attenzione degli analisti potrebbe essere incentrata anche dalla successione di alcuni discorsi da parte della Federal Reserve e, soprattutto, nella giornata di mercoledì, dalla pubblicazione dei verbali del FOMC, che nel complesso dovrebbero confermare la prospettiva di un prossimo rialzo dei tassi fed funds già alla riunione del 14 giugno. Peraltro, si tenga conto come tale rialzo sia già scontato dal mercato, e che pertanto un simile evento non dovrebbe essere sufficiente – da solo – per poter risollevare sin da subito le sorti del dollaro (ma potrebbe comunque essere utile per poter evitare nuovi ribassi).

In un simile scenario, l’euro ha pertanto chiuso la scorsa settimana con una prestazione di deciso apprezzamento, in virtù sia della già ricordata debolezza del dollaro, che da alcuni fattori di forza propria (come il ridimensionarsi del rischio politico dopo la vittoria di Macron alle ultime elezioni francesi, e la pubblicazione di alcuni dati macro positivi). Il contesto di breve, in assenza di sorprese positive dagli USA, appare dunque ancora favorevole alla moneta unica e il mercato speculativo è tornato lungo da due settimane dopo tre anni di corto ininterrotti.

Sorprese positive potrebbero inoltre esserci in seguito alla diffusione dei nuovi dati area euro o dalle indicazioni della BCE. Importanti saranno dunque i test di questa settimana, con i PMI dell’area e l’IFO tedesco in uscita e i vari discorsi BCE in calendario, a partire da quello di Draghi mercoledì.

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