Forex EUR, USD e GBP: gli appuntamenti della settimana

Pubblicato da Roberto Rais -

La sterlina la scorsa settimana è salita alla ribalta della cronaca Forex sulla crescente attesa Brexit, e il dollaro non è sembrato certamente essere in migliore forma, penalizzato dai cauti commenti dei funzionari della Fed, che hanno spinto i trader a ridurre le proprie posizioni sul percorso dei tassi Fed. Il dollaro canadese è stata la terza valuta più debole di periodo, a causa della caduta libera del prezzo del petrolio. E l’euro? Paradossalmente, le prestazioni di una delle valute maggiormente “attenzionate” sono state miste, grazie ad altri eventi che hanno messo in ombra lo scontro tra Italia e UE sul bilancio.

Insomma, un contesto difficile, che forse potrebbe essere aiutato dal calendario economico relativamente leggero in programma per questa settimana, con un particolare riferimento agli Stati Uniti, dove la Festa del Ringraziamento interromperà la serie di dati.

Trader USD, nel mirino i tassi Fed

Come abbiamo già anticipato, i trader hanno iniziato a ridurre le proprie posizioni di previsione positiva sui rialzi dei tassi della Fed. Alcuni funzionari di alto profilo della banca federale statunitense hanno espresso le loro preoccupazioni per il rallentamento economico globale e l’impatto sugli Stati Uniti. Sullo sfondo, sia il Giappone che la Germania hanno registrato una contrazione del PIL nel terzo trimestre.

In tale contesto, sono poi intervenuti altri funzionari della Fed, e in particolare il nuovo Vice Presidente della Fed di Trump, Richard Clarida, il quale ha sottolineato che il rallentamento globale sarà rilevante per le prospettive degli Stati Uniti, con impatti attraverso il commercio e i mercati dei capitali. Robert Kaplan, della Fed di Dallas, ha poi detto che la crescita globale sarà interessata da un po’ di venti contrari, che potrebbero ripercuotersi sugli Stati Uniti.

Per ora, l’aumento dei tassi d’interesse a livelli neutri è ancora di principale consenso tra i responsabili politici della Fed. Ma dove si trova il tasso neutro… è una questione oggetto di dibattito. E così alcuni membri, come quello della Fed di Philadelphia, Patrick Harker, hanno affermato di non essere convinti dell’aumento di dicembre e il presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari ha affermato di non scorgere la necessità di ulteriori aumenti dei tassi.

Ricordiamo che Powell ha evidenziato la scorsa settimana che la Fed terrà una conferenza stampa ad ogni riunione a partire dal 2019,  e che al momento in cui scriviamo, i future dei fondi Fed stanno valutando nel 65,44% delle probabilità di un aumento di dicembre al 2,25-2,50%, in calo rispetto al 75,78% di una settimana fa e all’83% di un mese fa. Per marzo 2019, la possibilità di un’altra escursione al 2,50-2,75 è ora pari al 35,9%, in calo rispetto al 53,5% di una settimana fa e al 54,1% di un mese fa.

Regno Unito, governo nel caos e prossimo voto di sfiducia?

La sterlina ha attraverso una scorsa settimana di vendite a causa delle turbolenze politiche nel Regno Unito. In breve, come noto, la premier Theresa May sembra aver ottenuto il sostegno del governo per il suo accordo di Brexit con l’UE, con il Consiglio europeo che ha inoltre deciso di tenere una riunione non prevista il 25 novembre per approvare l’accordo. Tuttavia, poche ore dopo dall’annuncio quattro ministri si sono dimessi per protestare contro l’accordo di Brexit, tra cui il ministro Dominic Raab.

Successivamente, il leader dei Brexiteer Jacob Rees-Mogg ha condotto una campagna per cercare di allontanare May senza alcuna richiesta di voto di fiducia. In questo momento, oltre 20 altri deputati hanno già presentato le loro proposte favorevoli, e sembra molto probabile che soddisfino il requisito dei 48 (livello minimo per una mozione di sfiducia).

Finora, è abbastanza incerto se May riuscirà ottenere 158 o più deputati in grado di sostenerla in caso di voto di sfiducia. E anche se dovesse sopravvivere a questo, è piuttosto dubbio che l’accordo possa essere approvato dal Parlamento. Insomma, la sterlina rimarrà vulnerabile nella settimana a venire.

Procedura contro l’Italia?

In questo contesto, l’euro sembra aver goduto del fatto che la Brexit ha oscurato lo scontro di bilancio tra l’Italia e la Commissione Europea. Nel progetto di bilancio ripresentato a Bruxelles, l’obiettivo di disavanzo di bilancio è stato mantenuto invariato al 2,4% del PIL nel 2019, così come l’aumento del disavanzo strutturale dello 0,8% del PIL. Si tratta chiaramente di una violazione della richiesta dell’UE di tagliare del -0,6%. Le previsioni di crescita del PIL sono rimaste invariate all’1,5% per lo stesso anno, con una previsione che viene definita genericamente come eccessivamente ottimistica.

Tuttavia, la nuova bozza ha una novità: un debito in calo, in quanto l’Italia prevede di utilizzare fondi pari all’1% del PIL provenienti dalla privatizzazione. Si tratta di un atto visto come un passo in avanti per rispondere alle principali preoccupazioni dell’UE in merito all’aumento del debito. Si stima che il debito pubblico scenderà ora al 129,2% del PIL nel 2019, poi al 127,3% nel 2020, e poi al 126,0% nel 2021. Quest’anno il debito dell’Italia si attesterà al 130,9% del PIL.

A questo punto, si prevede che la Commissione Europea prenda una decisione su cosa fare con l’Italia, possibilmente mercoledì. Si ritiene che la Commissione inizierà il primo passo per una procedura disciplinare contro l’Italia per disavanzo eccessivo. Il Comitato economico e finanziario dell’UE avrà quindi due settimane di tempo per esaminare la relazione della Commissione. La Commissione potrebbe quindi passare ad avviare formalmente la procedura, che potrà dare luogo a diverse ammende.

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