EUR/USD, come cambia lo scenario dopo la pubblicazione dei verbali

Fed e BCE hanno recentemente pubblicato i verbali delle loro riunioni di giugno: documenti dai quali emerge con sempre maggiore chiarezza come il FOMC statunitense stia preparando l’inizio della riduzione dei reinvestimenti per settembre, mentre la Banca Centrale Europea si stia orientando con grande cautela verso la gestione della normalizzazione delle misure non convenzionali.

Vediamo, in un livello di maggiore dettaglio, che cosa contenevano i verbali e come poter orientare i propri trade sul dollaro e sull’euro nel nuovo scenario.

Verbali FED

Cominciamo dai verbali della riunione del FOMC di metà giugno, che confermano che la politica dei reinvestimenti è sicuramente il punto centrale di questi mesi: in linea con le indicazioni del comunicato formulato a margine della riunione, i verbali evidenziano un consenso diffuso sull’opportunità di iniziare il tapering in tempi brevi, con diversi partecipanti che erano favorevoli ad annunciare l’entrata in vigore del nuovo piano entro qualche mese, e alcuni che invece puntavano a “più tardi nell’anno”, approfittando di un maggiore arco temporale per poter raccogliere ulteriori informazioni su crescita e inflazione.

Dai verbali emerge comunque come secondo il FOMC il piano di riduzione dei riacquisti dovrebbe avere effetti minimi sul mercato, grazie alla sua gradualità e al suo automatismo, e non dovrebbe nemmeno interferire con le successive decisioni sui tassi, che verrebbero comunque rinviate a dicembre.

Tra i principali dati macro che potrebbero influenzare le politiche monetarie Fed, i verbali annotano come sull’inflazione la maggior parte dei partecipanti abbia ritenuto come la recente debolezza del dato sui prezzi abbia riflesso in larga misura fattori idiosincratici. Permane comunque un discreto timore sul fatto che il progresso verso l’obiettivo del 2% fosse rallentato e che la debolezza recente dell’inflazione potesse persistere.

Complessivamente, dalla lettura dei verbali emerge come non ci siano cambiamenti significativi sulle previsioni per la politica monetaria dell’autunno: sembra probabile che il FOMC possa annunciare l’inizio del tapering a settembre, per poi confermare il rialzo tassi a dicembre. I rischi che potrebbero rovinare tali piani sono riconducibili a un rallentamento ulteriore dell’inflazione, e al fatto che prima del 20 settembre ci siano indicazioni che il Congresso è pronto ad alzare il limite del debito.

Verbali BCE

Qualche spunto di interesse è stato altresì formulato dai verbali della riunione BCE di giugno, che rivelano come il Consiglio abbia discusso già a giugno un’eventuale modifica all’orientamento ribassista sugli acquisti, ma ha comunque ritenuto necessario mantenere un atteggiamento “prudente” in assenza di cambiamenti di rilievo per la dinamica inflazionistica e in particolare per l’inflazione core.

Contemporaneamente, dalla lettura dei verbali emerge come il Consiglio sia pienamente consapevole che anche piccole ulteriori modifiche alla comunicazione potrebbero essere interpretate come segnali di un cambiamento più radicale e potrebbero innescare un restringimento delle condizioni finanziarie (già in atto).

La lettura del verbale rende chiara la necessità di una spiccata prudenza nel gestire il processo di normalizzazione della politica monetaria, tanto che prima di variare la guidance sugli acquisti, la BCE andrà a reintrodurre in maniera più esplicita la valutazione dei rischi per la dinamica inflazionistica (a luglio?). Maggiori dettagli saranno invece noti a ottobre, quando probabilmente la BCE prolungherà ancora (su che volumi?) il QE.

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