Dollaro in risalita sulle attese di politica fiscale

Pubblicato da Roberto Rais -

Il dollaro ha aperto l’attuale settimana con quotazioni in rialzo, e apprezzandosi contro euro per il terzo giorno consecutivo – nonchè, superando i massimi di venerdì scorso, dopo che Trump aveva aperto all’arrivo di un programma di forte riduzione delle tasse, probabilmente preannunciato tra 2 o 3 settimane.

L’attesa supporta il dollaro

Proprio l’attesa di quel che accadrà sul dollaro sta supportando la forza della valuta verde. D’altronde, avere un riferimento temporale pur di massima (15-20 giorni) significa che presto verranno spente le incertezze sulle reali azioni fiscali che Trump ha in mente di lanciare per poter rinvigorire l’economia. E, in fin dei conti, significa anche che – di contro – la Federal Reserve avrà più carne al fuoco per poter orientare correttamente la propria politica monetaria.

A proposito di Fed, non dimentichiamoci che oggi sono in programma alcuni interventi da parte dei suoi membri e, in modo più specifico, l’audizione della presidente Yellen, che dovrebbe ribadire la valutazione positiva dell’economia USA (oramai vicina al pieno impiego, e con i target Fed quasi raggiunti) sia l’intenzione della propria banca federale di conservare un approccio cauto sui rialzi dei tassi di riferimento (sono previsti 3 ritocchi al rialzo nel 2017), in attesa di ricevere i dettagli sul programma fiscale di Trump.

Ad ogni modo, non è certo da escludere che durante la riunione, magari cogliendo qualche spunto dalla sessione di domande e risposte in Commissione bancaria in Senato, i mercati cerchino nelle dichiarazioni di Yellen indicazioni su cosa accadrà nel secondo FOMC dell’anno, nella riunione di marzo, valutando se la Fed escluda a priori un rialzo il mese prossimo o se invece un rialzo potrebbe arrivare già in tale occasione qualora ne sussistessero le condizioni. A nostro giudizio, rimane ancora piuttosto difficile che la Fed possa valutare concretamente di alzare i tassi già a marzo, mentre la riunione successiva, il terzo FOMC del 2017, potrebbe essere il momento giusto.

Euro ancora in calo

Di contro, l’euro ha intuibilmente aperto la settimana in calo, incapace di trarre beneficio dalla pubblicazione delle previsioni della Commissione Europea, che ha rivisto al rialzo la crescita attesa dell’area euro da 1,5 per cento a 1,6 per cento per il 2017 e da 1,7 per cento a 1,8 per cento per il 2018. La Commissione ha altresì rivisto al rialzo le stime sull’andamento dell’inflazione, che nel 2017 passerà 1,4 per cento a 1,7 per cento, ma nel 2018 tornerà a calare all’1,4 per cento.

Sul fronte macro, è in programma la pubblicazione delle stime del Pil area euro del quarto trimestre 2016, che potrebbe riservare qualche brutta sorpresa dopo che la Germania ha pubblicato stime di crescita leggermente inferiori alle attese (0,4 per cento invece di 0,5 per cento). È intuibile che qualora la stima preliminare dovesse essere rivista al ribasso, l’euro ne verrebbe penalizzato, ponendo in obiettivo quota 1,0500.

Sterlina, prevale il tema Brexit

Concludiamo infine con un cenno all’andamento della sterlina, che ha aperto la settimana in parziale recupero contro dollaro e euro. Non si tratta comunque di una direzione contraddistinta da grande forza e, anzi, è molto probabile che tale recupero possa essere eroso dinanzi alla pubblicazione di dati macro deludenti. I test saranno dunque con la pubblicazione delle nuove stime legate all’inflazione di gennaio. Infine, sottolineiamo come la Commissione Europea abbia rivisto in aumento anche la crescita economico del Regno Unito per quest’anno da 1,0 per cento a 1,5 per cento, con una previsione però di rallentamento l’anno prossimo a 1,2 per cento, in ragione dei rischi verso il basso legati a Brexit.

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