Il dollaro statunitense ha iniziato la settimana in calo, cedendo parte dei guadagni ottenuti nella seduta precedente. Gli operatori si mostrano fiduciosi per i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina previsti a Londra, che potrebbero segnare una svolta nelle relazioni economiche tra le due superpotenze.
Secondo le rilevazioni delle 08:05 GMT (04:05 ET), l’indice del dollaro – che confronta il valore del biglietto verde con un paniere di sei principali valute – si è attestato a 98,890, in ribasso dello 0,3%.
Il calo arriva dopo un incremento registrato venerdì scorso, quando il rapporto sul mercato del lavoro statunitense aveva temporaneamente ridato fiducia agli investitori, nonostante una serie di dati macroeconomici deludenti diffusi nei giorni precedenti.
Tutti gli occhi puntati sull’incontro bilaterale a Londra
Sebbene il dollaro abbia tratto vantaggio dai dati occupazionali positivi, il bilancio annuale resta negativo con una perdita vicina al 9%, alimentata dalle crescenti preoccupazioni legate alla politica commerciale instabile dell’amministrazione Trump, considerata un potenziale freno alla crescita dell’economia americana.
In questo contesto, i mercati si concentrano sull’incontro tra la delegazione statunitense, guidata dal Segretario al Tesoro Scott Bessent, e quella cinese, presieduta dal Vicepremier He Lifeng. Il vertice si preannuncia cruciale: si discuterà di riduzione dei dazi, riequilibrio delle norme sull’export tecnologico e materie prime strategiche, con l’obiettivo di definire nuove regole per gli scambi bilaterali.
- La delegazione USA è guidata da Scott Bessent, quella cinese da He Lifeng
- In agenda: riduzione dei dazi e nuove regole per tecnologia e materie prime
- Obiettivo principale: distensione delle tensioni commerciali tra le due potenze
Tuttavia, gli investitori restano prudenti. I mercati valutari attendono risultati tangibili, piuttosto che semplici dichiarazioni d’intenti. Come sottolineato dagli analisti di ING, “un confronto diretto potrebbe essere un segnale positivo per il dollaro, ma sarà fondamentale verificare se i progressi diplomatici ottenuti a Ginevra si consolideranno in accordi duraturi, evitando così il ritorno di dazi punitivi superiori al 100%”.
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L’euro approfitta della BCE e resta forte
Nel frattempo, in Europa, la moneta unica mostra segnali di rafforzamento. Il cambio EUR/USD è salito dello 0,2% fino a quota 1,1422, sostenuto dall’orientamento più deciso della Banca Centrale Europea.
Dopo aver ridotto i tassi d’interesse di 25 punti base la scorsa settimana – mossa attesa dal mercato – la presidente Christine Lagarde ha lasciato intendere che il ciclo di allentamento potrebbe essere ormai vicino alla conclusione.
- Il cambio EUR/USD sale dello 0,2%
- La BCE ha tagliato i tassi di un quarto di punto
- Lagarde segnala la possibile fine del ciclo di allentamento
Secondo ING, “la BCE ha trasmesso un messaggio di fiducia nella crescita dell’eurozona, nonostante lo scenario globale resti incerto”. I mercati si attendono un solo ulteriore taglio dei tassi nel 2025, presumibilmente a dicembre. Inoltre, l’attesa per un nuovo bilancio espansivo della Germania, atteso a breve, potrebbe offrire ulteriore supporto all’euro.
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Sterlina ai massimi da tre anni mentre il dollaro arretra
Anche la sterlina britannica beneficia dell’indebolimento del dollaro: il tasso GBP/USD ha guadagnato lo 0,3%, arrivando a 1,3567, un livello che non si vedeva da tre anni.
Come spiegato dagli esperti di ING, la sterlina potrebbe essere favorita dai movimenti di de-dollarizzazione globale. Inoltre, i tassi d’interesse a breve termine nel Regno Unito – attualmente al 4,25% – rendono la valuta britannica una valida alternativa durante fasi di relativa calma nei mercati internazionali.
Lo yen si rafforza dopo i dati sul PIL giapponese
In Asia, lo yen ha guadagnato terreno sul dollaro dopo la diffusione di dati macroeconomici incoraggianti. Il cambio USD/JPY è sceso dello 0,5% a 144,12, a seguito della pubblicazione del PIL giapponese, che ha mostrato una contrazione meno grave del previsto nel primo trimestre.
Il rallentamento è stato causato da una spesa interna stagnante e da una riduzione delle esportazioni, influenzata dalla guerra commerciale in corso.
Cina: inflazione in calo e export deludente pesano sullo yuan
Il renminbi cinese ha subito un lieve indebolimento, con il cambio USD/CNY in calo dello 0,1% a 7,1834. I dati macro pubblicati lunedì hanno mostrato un quarto calo consecutivo dell’indice dei prezzi al consumo, mentre l’inflazione alla produzione è scesa al ritmo più rapido degli ultimi due anni.
In aggiunta, la crescita delle esportazioni cinesi è risultata inferiore alle attese, penalizzata dagli elevati dazi statunitensi. Tuttavia, la bilancia commerciale complessiva ha segnato un miglioramento, grazie al marcato calo delle importazioni.
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