Cinque lezioni dai top trader

Pubblicato da Luca M -
La tabella qui sotto mostra le performaces di un gruppo di top traders dal quale possiamo imparare alcune lezioni che ci aiuteranno a migliorare il nostro trading. Queste performances infatti ci permettono di avere una visuale realistica su quelle che sono le nostre possibilità, rispetto ai top traders.
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Considerando infatti che questi sono grandi risultati, vediamo quali insegnamenti possiamo trarne:

Il tasso di guadagno non è mai garantito

Le performances passate non sono una garanzia per il ritorno futuro, la confidenza che si può avere su un certo investimento è solo un sentimento che si prova dopo che si è capita la situazione. Non si può infatti predire quale sia il ritorno di un investimento su base mensile o annuale. L’obiettivo potrebbe essere del 2% e si potrebbe tranquillamente raggiungere il 20%, così come guadagnare il 100% a metà anno e poi arrivare a fine anno in perdita. Pertanto, coloro che garantiscono un ritorno spesso finiranno per deludere l’investitore, per cui l’investitore non dovrebbe lasciarsi prendere la mano ma reagire obiettivamente constatando l’evidenza dei fatti.

Anche i professionisti possono avere dei periodi di perdita

La tabella mostra come questo gruppo di investitori non abbia avuto perdite sin dal 1996, ad ogni modo ci sono anni nei quali hanno guadagnato solamente il 2% e l’8%. Questo significa che in tali annate si saranno registrati diverse mensilità in passivo. Da qui si capisce che anche i grandi investitori possono avere dei mesi in perdita, figuriamoci i meno esperti. La cosa più importante è che comunque nel 2004 il guadagno è stato poco ma positivo, il che significa che sono riusciti benissimo a limitare le perdite, e questo non è da poco. La sicurezza degli investimenti infatti è importantissima, se l’investimento fosse stato troppo rischioso la perdita sarebbe stata molto pesante e probabilmente questo gruppo avrebbe chiuso. Non andare in bancarotta è molto più importante di arricchirsi in breve tempo. E’ quindi molto importante avere una percentuale di rischio adeguata al denaro investito. Se avessimo 5 milioni da investire il 2% di tasso garantirebbe 100.000 euro l’anno, sicuramente una cifra più che sostanziosa. Ma se investiamo 1.000 euro non possiamo attenderci un simile ritorno senza rischiare al 99% di perdere tutti i nostri soldi.

Non snobbare i piccoli guadagni

Guardando i rendimenti del 2003 e del 2004 possiamo pensare che essi non siano stati proficui e che non sia stato sviluppato un buon piano di crescita per questi anni. In realtà dobbiamo sempre considerare l’ambiente che ci circonda e facilmente capiremo che in quel periodo molti investitori hanno avuto delle grosse perdite. Per cui anche se il ritorno annuale talvolta non è consistente, bisogna essere più che soddisfatti che il proprio capitale è rimasto intatto, perché probabilmente quello di altri ha subito delle gravi perdite. Il vero investitore punta a piccoli e consistenti profitti sul lungo periodo, provare a massimizzarli è solo un gioco d’azzardo.

Ognuno ha il suo giorno di gloria

Il 1999 ed il 2000 hanno mostrato dei risultati molto incoraggianti, infatti ci sono dei periodi in cui qualsiasi cosa tocchi diventa oro. Quando le condizioni di mercato ti sono favorevoli cerca di guadagnare il più possibile, i profitti che ne trai ti saranno utili nei periodi di recessione.

Non ci sono soldi facili

Nulla si ottiene con facilità, fare trading è un lavoro molto difficile. Basta pensare a tutti quegli atleti che si allenano ogni giorno per rimanere in forma ed essere al top, il trading è un parallelismo perfetto. Si devono sempre testare nuove idee,  nuovi sistemi, aggiungerli alla strategia esistente e testarli con simulazioni per raggiungere risultati migliori e stare al passo con cambiamenti di mercato. Una strategia che ha funzionato bene negli anni passati potrebbe dover essere levigata per sopravvivere ai mercati di oggi, anche se ci sono principi di trading fondamentali che non cambiano mai.


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