Le famiglie e le imprese, aggregate, rappresentano il settore privato. Lo stato rappresenta il settore pubblico. Il settore privato e quello pubblico hanno delle spese, che sono acquisti, elargizioni, pagamenti di lavoro e capitale e altro. In alcuni casi questi scambi avvengono con l’estero. Parliamo di importazioni, quando i prodotti stranieri e i servizi stranieri sono acquistati da parte di utenti interni, parliamo di esportazioni nel caso opposto. Il bilancio tra esportazioni e importazioni è un riflesso della domanda di prodotti interna. La spesa nazionale complessiva è data dalla somma di spesa privata e spesa pubblica in beni e servizi. Se a questa aggiungiamo le esportazioni nette riusciamo ad ottenere le vendite finali totali che si verificano all’interno di un dato territorio, e quindi questo valore rappresenta il PIL, il prodotto interno lordo.
Quindi il PIL può essere inquadrato come una somma di diversi termini. Essi sono essenzialmente quattro e sono: le vendite finali di beni e servizi, le vendite finali di investimenti, le vendite finali allo stato, le vendite finali al resto del mondo. A questa somma vanno sottratte le importazioni.
Come si può notare da queste brevi riflessioni, lo stato rientra pienamente nella composizione del PIL e rispetto alla quota statale si possono fare diverse riflessioni. Normalmente scomponendo il PIL della maggior parte dei paesi si nota che oltre il 50% del PIL è costituito da spese per beni e servizi, quindi essenzialmente consumo. Una quota tra il 15 e il 30% del PIL è riservato invece ai cosiddetti investimenti. Quest’ultimo dato in alcuni report è poco significativo, dal momento che le azioni di investimento in parte vengono intraprese dallo stato e in parte dai privati, quindi non si valuta esattamente quanta parte dell’investimento per le generazioni future è da attribuirsi allo stato e quanta ai privati. Se si aggiunge alla spesa pubblica anche l’ammontare dei trasferimenti ad imprese e famiglie ci si rende conto di come lo stato sia responsabile di oltre il 50% del PIL.
E come esempio basti riflettere su come in molti stati moderni dei servizi prodotti dai privati sono in realtà trasferiti gratuitamente alla gente da parte dello stato, che li paga, e parliamo in questo caso della sanità, della scuola, dei trasporti ecc.