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Il PIL: vendite finali o valore aggiunto?
Pubblicato da: Roberto Rossi - il:
31-12-2010 0:00
Una prima definizione di PIL lo vede come una variabile che misura il quantitativo di vendite nette effettuate in un dato periodo all’interno di una determinata area, e fa riferimento nello specifico, alle vendite finali, e quindi a quelle vendite di prodotti e servizi a persone e ad imprese stesse che ne siano effettivamente gli utilizzatori finali. Molte vendite non sono certamente finali, ad esempio l’acquisto di un calcolatore da parte di un rivenditore al fine di venderlo ad un cliente a prezzo maggiorato certamente non è una vendita finale, ma una vendita intermedia. Dal momento che le vendite intermedie sono escluse dal calcolo del PIL, il PIL non deve essere scambiato con il fatturato complessivo. Comunque occorre precisare che con riferimento al sistema economico Italia, le esportazioni sono sempre considerate vendite finali indipendentemente dalla loro destinazione in quanto sono prodotti che si allontanano dal sistema economico interno.
Ma a ben vedere la vendita finale è il risultato di un processo di arricchimento che è partito dalla materia prima e via via ha visto aggiungere manodopera, altra materia prima, funzioni aggiuntive fino a raggiungere il destinatario finale. E’ per questo motivo che il PIL può essere considerato come somma di tutto il valore aggiunto durante la sua realizzazione, e tutto il lavoro impiegato nelle varie fasi fino alla messa a disposizione del cliente finale. Per questo motivo una definizione alternativa del prodotto interno lordo è proprio la somma del valore aggiunto generato in una data area geografica in un determinato arco di tempo.
Per una impresa il valore aggiunto è dato dalla differenza tra il suo fatturato e i costi delle materie prime, i costi dei beni non finiti e di quelli importati dall’estero. Per quel che riguarda i prodotti intermedi, anche quelli contribui-scono al fatturato complessivo per l’azienda, ma il loro prezzo di vendita in realtà verrà sottratto dal fatturato della azienda successiva nella catena, ovvero quella che trasformerà questi prodotti intermedi in prodotti finiti. In questo modo le due definizioni date per il prodotto interno lordo sono equivalenti e permetteranno entrambe di avere un’idea degli scambi nell’ambito del sistema economico.
Il 74-89 % dei conti degli investitori al dettaglio subisce perdite monetarie in seguito a negoziazione in CFD. Valuti se comprende il funzionamento dei CFD e se può permettersi di correre questo alto rischio di perdere il Suo denaro.
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