Il nuovo improvviso dietrofront europeo rispetto all’avanzata del dollaro non riguarda soltanto l’euro, ma anche la sterlina. I motivi che sottendono alla pressione che si è generata nelle ultime sedute sulla moneta unica sono ampiamente condivisi dalla Gran Bretagna. Alla base, infatti, c’è innanzitutto la crisi irlandese, che il governo locale insiste a voler risolvere autarchicamente, nonostante le pressioni di Bruxelles.La sterlina ha repentinamente abbandonato i massimi di periodo, a 1,6185 dollari, raggiunti il 12 di novembre, per piombare anche al di sotto di 1,59, minimo degli ultimi sette giorni. In questa fase la valuta di Sua Maestà appare assai fortemente correlata all’andamento dell’euro.
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