Il trader e la politica finanziaria

Pubblicato da: Roberto Rossi - il: 08-11-2010 7:45
trading_blog_2Il 3 Novembre scorso quando la Fed annuncia il nuovo “quantitative easing” inizia uno di quei giorni in cui chi rimane sulle piattaforme sa quello che succede. Ho visto schizzare l’euro a livelli preoccupanti e sbattere  sul muro degli istituzionali a 1,42 per poi scavalcarlo fino a 1,4280. Due giorni dopo parte la ritorsione con le vendite a man bassa, sono tutti short  sui principali indici borsistici e le maggiori commodity, l’euro-dollaro sconta un “pestone” di oltre 200 ticks, avverto che i “large traders” erano arrivati.

Perchè nel mercato é presente tanta volatilità ? Il mercato non riflette i valori in campo, i titoli e le monete non  rispecchiano le loro economie. Le valute in questo momento sono l’arma dei paesi con più alto grado di industrializzazione per favorire le personali politiche di esportazione. La Cina è invasa di prodotti americani e negli “States”, l’abbigliamento di massa, l’elettronica e molti altri prodotti sono per lo più “made in China”. La politica internazionale é complessa , é difficile capirne gli interessi che la circondano. Tuttavia, ho sempre pensato che la madre dei mali dell’economia sia la speculazione cieca come l’acquisto di un titolo dopato cioè un titolo o una valuta che non rispecchia il bilancio di un’azienda e della nazione di cui é un fregio.

Il mercato istituzionale, difficilmente trada senza la leva finanziaria, gli “hedge funds”  usano leve anche 1:50 e lo fanno con i soldi pubblici molto spesso. Quando in banca depositate i vostri soldi,statene certi, voi avrete il vostro misero interesse e la banca invece avrà ben altri rendimenti. I nostri risparmi e tanti posti di lavoro rappresentati dalla cedola di un titolo sono alla mercè di chi a nostra insaputa usa parte del nostro reddito senza rispondere delle conseguenze.
Le bolle finanziarie sono generate proprio da questo tipo di abitudini.    
Lo descrive bene anche “Gordon Gekko”  il protagonista di “Wall street money never sleeps”, l’ultimo film di Oliver Stones, quando dice:”questa è la generazione dei tre niente: niente lavoro, niente reddito, niente risorse..”  e tutto ciò perchè molta gente continua a spendere quello che ancora non ha guadagnato dedita ai mutui e alle carte di credito.

Dunque un trader deve essere informato il più possibile, deve sapere ed intuire quanto accade nel mondo. Non basta interpretare al centesimo uno stocastico o saper leggere dalle tabelle quando gli istituzionali inizieranno lo short. Fare trading comporta la conoscenza della politica finanziaria, specialmente quella americana. Ad esempio, considerate le ultime elezioni di “Midterm” che hanno visto il Congresso U.S.A. dicotomizzato tra repubblicani e democratici possiamo tracciare alcune deduzioni pratiche.

A fronte di questa separazione politica tra camera e senato statunitense si fondano due volontà diverse, quella dei democratici di Obama, contrari ai rapidi profitti di borsa, alla leva finanziaria, propensi all’esportazione e quella dei repubblicani guarentigia della finanza più aggressiva, dei large traders e del trading per il profitto ad ogni costo.
Con questa situazione io non mi meraviglio se in tre giorni l’euro-dollaro sale quasi ad 1,43 per poi ritracciare a 1,40 i due giorni seguenti. Per l’ennesima volta stiamo assistendo allo scontro di intenzioni opposte che hanno come unico fine quello del profitto e del potere. Un buon trader si tappa il naso e capisce chi vince questo tipo di competizioni.

Appuntamento a domani su forexguida.com

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