Cicli di Borsa (parte 2/3)
In un ciclo hanno rilievo i minimi e non i massimi; infatti, mentre lo spazio di tempo tra i minimi in linea generale si mantiene lo stesso per i massimi non avviene; dunque i minimi generano un gap costante nel tempo e la distanza temporale rimane invariata e calcolabile con buona approssimazione nella realtà dei diagrammi; la distanza temporale tra i massimi invece varia e dipende da dove il ciclo va a collocare il suo massimo.
E’ necessario visualizzare e rendersi conto dell’intervallo temporale , perché questo dà importanti suggerimenti al contesto grafico che andiamo a tradare. Un eventuale indicatore è tarato sul tempo ricavato dai minimi dei cicli, costituendo uno strumento fondamentale per l’analisi delle transazioni.
Si tratta di cercare nel grafico la conformazione ciclica, di adeguare l’indicatore per capire in quale parte del ciclo ci troviamo, per tradare a favore di trend. Sia in un ciclo rialzista, che ribassista, o laterale, la prima parte, ovvero l’inizio di un ciclo, a prescindere da come poi evolverà, sarà sempre rialzista.
P.s. Questo articolo è una personale sintesi tratta dal testo “Cicli e Forex” di Fabrizio Ferrero.
Fonti:
Titolo: Cicli e Forex
Autore: Fabrizio Ferrero
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