Vendita al dettaglio USA – Aprile 2010

flag_USA_FOREXUn salto in avanti dell’1,2% rispetto al mese scorso. Sono queste le attese per le vendite al dettaglio negli Stati Uniti a marzo, che verranno rese note nella giornata di mercoledì. Un vero e proprio balzo, rispetto al +0,3% di febbraio, ma che sarebbe dettato in gran parte dalle vendite di nuove vetture. Al netto del settore auto, il progresso dovrebbe risultare dello 0,5%, inferiore al +0,8% di un mese fa.

Un buon risultato per le vendite al dettaglio scaverebbe un ulteriore solco nei confronti dell’Europa, che sul finire della scorsa settimana ha dimostrato ancora una volta fragilità con dati inferiori alle attese sul mese di febbraio. E potrebbe porre fine al movimento, già per altro poco deciso, che ha portato l’euro a riguadagnare sul dollaro dopo l’ulteriore passo in avanti di domenica sugli aiuti alla Grecia.

Nonostante l’intesa nell’Ue, infatti, il timore principale è ancora che la debolezza nei conti pubblici non sia una faccenda destinata a riguardare solo Atene, ma anche Madrid, Lisbona e forse perfino Roma.

In contemporanea con le vendite al dettaglio, saranno diffusi anche i prezzi al consumo relativi al mese di marzo. Su base mensile si attende una variazione appena dello 0,1%, sia al lordo che al netto delle componenti volatili. Un fattore, questo, che potrebbe controbilanciare gli effetti del primo dato, costringendo ancora all’interno di un trading range assai ristretto il cross tra le due principali valute.

L’inflazione in due economie importanti per l’area euro come Germania e Francia, infatti, è cresciuta a marzo dello 0,5%, portando il dato annuo rispettivamente a +1,6% e +1,1 per cento. Non abbastanza da indurre la Banca centrale europea a una politica nell’immediato più restrittiva sul costo del denaro, ma un segnale che il fattore prezzi potrebbe condizionare le decisioni monetarie prima in Europa che negli Stati Uniti.

Di Alfredo Ranavolo

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