Mercato del lavoro Usa – 05 agosto 2010

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Sul mercato valutario il dollaro appare ben lontano dalle posizioni di forza che aveva raggiunto, in particolare nei confronti dell’euro, ai primi segnali di indebolimento della congiuntura globale. Segno evidente che, al momento, gli operatori sembrano credere un po’ di più alle possibilità di una ripresa generalizzata messa di recente in dubbio. Ma questa non può prescindere da un’inversione di tendenza sul versante occupazionale negli Stati Uniti.
Dopo aver perso quota 1,32 sul biglietto verde, la moneta unica rischia, dunque, ancora una volta di essere penalizzata da dati negativi non domestici, ma proprio provenienti dall’altra parte dell’Atlantico. Il Pil Usa del secondo trimestre, pubblicato la scorsa settimana, ha messo in luce un rallentamento atteso ma non drammatico, con la percentuale annualizzata di incremento al 2,4 per cento.
Un dato che consente ancora di mantenere vivo quel sentiment di maggior propensione al rischio che sta alimentando i mercati, ma nel contesto estivo di scambi rarefatti che danno spazio ancora ulteriore all’umoralità, basterebbe davvero poco a riattivare il desiderio di alzare “barriere difensive”. Un dato ancora peggiore sull’occupazione, ad esempio, accompagnato da cifre altrettanto poco incoraggianti sulle retribuzioni orarie e sugli stipendi nel settore non agricolo, anch’essi previsti per domani.
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