CBI Industrial Trends – 18 novembre

Pubblicato da Luca M -
flag_GBP_FOREXIl nuovo improvviso dietrofront europeo rispetto all’avanzata del dollaro non riguarda soltanto l’euro, ma anche la sterlina. I motivi che sottendono alla pressione che si è generata nelle ultime sedute sulla moneta unica sono ampiamente condivisi dalla Gran Bretagna. Alla base, infatti, c’è innanzitutto la crisi irlandese, che il governo locale insiste a voler risolvere autarchicamente, nonostante le pressioni di Bruxelles.
Nell’occhio del ciclone potrebbero finire, infatti, anche molte banche britanniche, fortemente esposte nei confronti dei vicini dell’Isola Verde. Nella giornata di mercoledì la questione irlandese viene affrontata dai ministri finanziari dell’Eurozona, che avranno sul tavolo anche il possibile allargamento dell’allarme a Spagna, Grecia e Portogallo.
La Gran Bretagna resta spettatrice del dibattito, essendo fuori dall’unione monetaria, ma fortemente interessata, viste le interrelazioni che intercorrono sia con Dublino che con l’Europa intera, che nei momenti più intensi della crisi hanno già portato a un vistoso deprezzamento della moneta locale, ancora non del tutto azzerato.
La sterlina ha repentinamente abbandonato i massimi di periodo, a 1,6185 dollari, raggiunti il 12 di novembre, per piombare anche al di sotto di 1,59, minimo degli ultimi sette giorni. In questa fase la valuta di Sua Maestà appare assai fortemente correlata all’andamento dell’euro.
A differenza delle altre due valute, quella londinese deve fare i conti anche con tassi di inflazione di rilievo e superiori a quelli programmati per l’anno in corso, di fronte ai quali la Banca d’Inghilterra potrebbe essere costretta a procedere per prima a un sensibile innalzamento dei tassi di interesse.
Anche per questo tra gli imprenditori non fanno certo breccia sentimenti di ottimismo. Il tradizionale appuntamento mensile con il Cbi Industrial Trends, atteso per domani, vede un miglioramento a novembre del sentiment dei manager industriali. Ma, dai -28 ai -24 punti, il livello di “neutralità”, dato da quota zero, è ancora molto lontano.


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