Riunione FED – agosto 2010

A interessare non è tanto la dichiarazione sui tassi d’interesse, data per scontata con un’ulteriore conferma della vicinanza allo zero del costo del denaro, destinata probabilmente a non schiodarsi fino al 2011. Assai più atteso è il contorno che, pur ancora sconosciuto, già dalla giornata di lunedì ha fatto aumentare l’appetito per il dollaro, in guadagno su tutte le principali valute.
Sono in molti a ritenere che, comunque vada, la Fed fornirà sostegno alla valuta americana. Potrebbe farlo semplicemente amplificando l’avversione al rischio, con un comunicato più prudente dei passati sulla crescita che, stando a tutta o quasi l’ultima serie di dati macroeconomici statunitensi, potrebbe davvero arrestarsi per dar vita a una seconda fase recessiva, anche se tutte le istituzioni si dichiarano pronte a qualsiasi mossa per scongiurarlo.
E se la prima mossa la Fed la facesse subito, con un comportamento più aggressivo che potrebbe tradursi in acquisti massicci di titoli del Tesoro, anche se secondo i più verrà rimandato alla fine dell’estate, a maggior ragione ne sortirebbe un sostegno al dollaro ancora più incisivo. All’euro, per resistere sulle posizioni attuali, non resta che fare affidamento su qualche buon dato come quello tedesco sul surplus della bilancia commerciale.