Riunione BCE – 12 gennaio 2010

Non sembrano accorgersene, finora, i mercati che si muovono all’insegna della stessa volatilità che ha contraddistinto la fase finale dello scorso anno. Soprattutto nel Vecchio Continente, dove all’ordine del giorno resta il modo di affrontare il rinnovo dello stock del debito pubblico da parte di Paesi sotto pressione come il Portogallo. Il governo di Lisbona ha finora negato di aver bisogno di un intervento dell’Unione europea.
Sulle quotazioni dell’euro le pressioni sulla periferia dell’area monetaria si fanno sentire, con le quotazioni nei confronti del dollaro tornate a sfondare al ribasso quota 1,30, dalla quale la moneta unica si è allontanata la scorsa settimana. Continua, peraltro, a muoversi all’interno di un trading range piuttosto ristretto, senza riuscire a riguadagnare tale soglia.
Le dichiarazioni ottimistiche degli ultimi giorni non dovrebbero, comunque, avere effetto immediato sulle decisioni che verranno assunte nell’Eurotower. Non ci sono dubbi sul fatto che i componenti del consiglio direttivo confermeranno il tasso di rifinanziamento dell’Eurozona al minimo storico dell’1%, in vigore da maggio 2009. Un primo rialzo dei saggi non è previsto, dagli esperti, prima della seconda parte dell’anno. L’unica vera novità dovrebbe essere la presenza del governatore della Banca dell’Estonia, Paese baltico entrato nell’euro dal primo gennaio.