Prezzi Produzione UE – 1 giugno 2010

Per la prima volta dall’inizio della crisi, dunque, potrebbero tornare a mostrare aumenti che vanno al di là degli obiettivi di inflazione posti dalla Bce, anche se nell’immediato non appare come un dato particolarmente preoccupante, data la lunga frenata che ha preceduto tali aumenti.
Senza dubbio, soprattutto in componenti di grande volatilità come petrolio e suoi derivati, la recente debolezza dell’euro si fa sentire, vista la carenza di tali materie prime all’interno dei Paesi che adottano la moneta unica e l’usuale pagamento in dollari che si fa di esse.
Intanto, l’apertura di settimana è tornata a confermare i movimenti dell’euro attorno a quota 1,22 nei confronti del dollaro, senza la capacità di quest’ultimo di sfondare ulteriori soglie al ribasso, ma nemmeno del primo di mettere a segno alcun recupero sostanziale. Trichet continua ad affermare con decisione che sulla valuta europea c’è piena fiducia e che non è in atto alcuna “manovra anglosassone” per metterla alle corde. Ma nel frattempo sono i fondamentali a minare la forza dell’area: la disoccupazione ad aprile è risultata pari al 10,1%, il dato più elevato da giugno 1998. Il confronto col dato americano, venerdì, darà forse ulteriori responsi.