PIL USA Luglio 2010

Si tratta di quello yen che nessuno vorrebbe vedere apprezzarsi, a partire dai giapponesi, e invece viene acquistata quale moneta rifugio dagli operatori. Gli esperti ritengono che il movimento possa proseguire anche al di sotto di quella soglia di 88 nei confronti del dollaro, già indice di una congiuntura economica decisamente scricchiolante. Ne sono specchio i mercati finanziari tutti ancora in affanno.
Tutti gli ultimi segnali arrivati dai dati macroeconomici sono di impronta negativa, con la questione dei deficit pubblici sollevata sia in Europa che negli Stati Uniti a complicare ulteriormente la strada verso la ripresa, ponendo importanti legacci alle politiche espansive che i governi possono attuare per sconfiggere una crisi che davvero pochi ritengono realmente già alle spalle.
Un ulteriore colpo verrebbe assestato se dovesse essere rispettato il dato atteso a giugno sulla disoccupazione negli Usa, data nuovamente in aumento al 9,8%, dal 9,7% dell’ultima lettura. Se il trend discendente dovesse davvero essersi già arrestato, i mercati, pure spesso indifferenti ai dati sul lavoro, vedranno come ancora più remota quella ripresa dei consumi che è il solo volano in grado di invertire il ciclo. Alla vigilia di un week end allungato dalla chiusura del 5 luglio (data la coincidenza con la domenica della Festa di Indipendenza), un tale dato rischia di riversarsi soprattutto su un mercato quasi sempre aperto come quello del Forex.