Pil UE – 05 ottobre 2010

Credit Suisse dovranno avere un coefficiente patrimoniale quasi doppio rispetto a quanto previsto da Basilea 3.
Una determinazione che ha minato le certezze che si erano fatte largo dopo il raggiungimento dell’accordo e che arriva dopo una settimana nella quale erano invece state piuttosto snobbate le notizie provenienti dall’Irlanda, dove un piano di intervento pubblico oneroso è stato approntato per salvare la Anglo Irish Bank.
È, dunque, ancora una volta, il settore finanziario a insinuare dubbi sulla solidità della ripresa, mentre gli indicatori industriali sembrano mostrarne la sostenibilità. La lettura definitiva sul Pil del secondo trimestre dell’Eurozona non dovrebbe modificare quel sentiment che aveva generato alla prima diffusione. Il +1,9% annuo, che si presume verrà confermato, era stato un segnale di accelerazione inatteso e ben accolto, mentre gli Stati Uniti rallentavano.
Da lì ha avuto origine il vistoso riapprezzamento della moneta unica nei confronti del biglietto verde, che l’ha portata fino a sfiorare quota 1,38, ai massimi da marzo. Il cross tra le due monete principali, però, è al momento una preoccupazione secondaria rispetto a quello che sta avvenendo tra la moneta americana e le altre, a partire dallo yen, per proseguire con quelle dei Paesi emergenti. Il deprezzamento del biglietto verde è mal visto dagli esportatori, ma piace agli Usa che sperano di “esportare” così un po’ degli effetti del rallentamento in atto.