G20 di Seul – 11 novembre 2010

Nella riunione dei ministri finanziari, che ha preceduto quella generalista in corso da giovedì, gli Stati membri si erano scambiati la promessa di non turbare il mercato monetario con interventi a difesa di questa o quell’altra valuta.
Le turbolenze che si sono manifestate di recente sul forex hanno messo al centro delle attese per il vertice dei grandi della terra la questione dei tassi di cambio, argomento già indicato come prioritario anche dalla prossima presidenza francese del G20. All’apertura del summit, però, sul fronte valutario un accordo generale appare ancora lontano, vista soprattutto la resistenza della Cina a rivalutare lo yuan, come vorrebbero gli Stati Uniti. Anche perché la Fed, con le sue iniezioni di liquidità, non si sta comportando proprio da fattore neutro nel mercato dei cambi.
Gli esperti ritengono altamente improbabile che a Seul si raggiunga una sintonia tale da avere un impatto sul mercato valutario. L’opposizione alla proposta statunitense dovrebbe comunque, per lo meno nel breve termine, impedire un nuovo deprezzamento sensibile del dollaro.
Il biglietto verde , nelle ultime sedute di mercato, ha dato origine a un repentino rally che lo ha allontanato dai minimi coi quali aveva inaugurato la settimana nei confronti di tante altre valute, sia tra le principali che tra quelle di Paesi emergenti. Una corsa, però, che ha già mostrato la brevità del suo respiro. In questa fase la correlazione inversa tra andamento del dollaro e di Wall Street appare evidente. Nella giornata di mercoledì, gli indici di Borsa hanno iniziato il recupero proprio quando la valuta ha cominciato a riperdere terreno.