Consiglio Europeo 16 dicembre 2010

Le istituzioni di Berlino, però, non si sono mai iscritte (almeno finora) nel novero dei detrattori della moneta unica. Dunque l’invito della cancelliera Angela Merkel, giunto dalle colonne del Bild prima dell’apertura del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, va preso per buono.
Anche nel caso in cui le turbolenze sull’Eurozona dovessero peggiorare, “sarebbe di aiuto che tutti i 27 Stati membri dell’Unione restassero uniti”, ha affermato. Includendo, dunque, anche chi all’area della moneta unica non appartiene. E riferendosi, sicuramente, più a Paesi di peso come la Gran Bretagna che non agli Stati periferici ancora privi dei requisiti per prender parte alla moneta unica.
Che resta, pure in maniera meno evidente rispetto a qualche tempo fa (complice anche l’aria di smobilitazione da fine anno) comunque suscettibile di un incremento di pressioni, visti i perduranti dubbi sulla sostenibilità di parecchi debiti sovrani. Mercoledì è toccato alla Spagna fare i conti con lo spettro di un eventuale downgrade.
Che resta, pure in maniera meno evidente rispetto a qualche tempo fa (complice anche l’aria di smobilitazione da fine anno) comunque suscettibile di un incremento di pressioni, visti i perduranti dubbi sulla sostenibilità di parecchi debiti sovrani. Mercoledì è toccato alla Spagna fare i conti con lo spettro di un eventuale downgrade.
Potrebbe giungere da parte di Moody’s, a causa di un elevato fabbisogno nel 2011 e le difficoltà alle quali Madrid potrebbe andare incontro nel rifinanziarsi (si parla di scadenze attorno ai 120 miliardi di euro).